Uno dei meriti che è stato unanimemente riconosciuto all’ing. A. Pigonati è la colmatura dei terreni acquitrinosi che cingevano la città. In particolare fu risanata la famigerata palude detta comunemente di Porta Lecce che era “luogo il più nocivo alla salute degli abitanti” come ci riferisce lo stesso Pigonati.
Per i lavori furono impiegati lavoranti brindisini di ambo i sessi e finanche i ragazzi, oltre ad alcune centinaia di detenuti fatti venire appositamente dalle carceri di Napoli dal re Ferdinando IV di Borbone. Entro l’anno 1777 la palude fu interamente colmata.
Secondo l’Ascoli (La storia di Brindisi scritta da un marino pp. 363-4), durante il corso dei lavori, la chiesa del Ponte, così chiamata perchè in prossimità del Ponte Piccolo che si trovava sulla sinistra appena fuori da Porta Lecce, divenuta ormai decrepita, venne demolita e di essa non rimase che una piccola cappella in cui vi era il dipinto su legno della Madonna del Dolce Canto. Malauguratamente, nel 1817 anche la cappella venne completamente distrutta ma, l’immagine della Beata Vergine fortunatamente si salvò e, oggi, la ritroviamo nella chiesa della SS. Trinità meglio conosciuta col nome di S. Lucia. E’ un polittico in legno collocato sul muro di fronte alla navata destra. La festa della Beata Vergine Maria del Dolce Canto, alla chiesa della Madonna del Ponte, solennizzavasi, ogni anno, il 20 di aprile.
Nella parte centrale vi è dipinta la Madonna che regge il Bimbo col braccio destro, mentre ai due lati, un po’ più in basso, sono raffigurati San Leucio a sinistra e San Pelino a destra; nella parte centrale sottostante si nota Gesù flagellato sorretto da due angeli; nelle lunette laterali, in alto, si scorge (a sinistra) l’angelo che annuncia alla Vergine, genuflessa, la sua prossima meternità. Oltre l’arco in cui è racchiusa l’immagine della Vergine col Bimbo vi sono due angeli che reggono la corona sul capo della Madonna, in alto a destra l’immagine di una donna (potrebbe essere S. Anna?) nell’atto di pregare.
(Abstract da G.M. Catanzaro, Il rione Commenda)
Alla chiesa di Santa Maria del Ponte appartiene anche una preziosa Pisside oggi conservata presso la chesa della SS.ma Annunziata di Mesagne